Il lago di Pilato
Luigi Pulci (1432-1484) Poeta fiorentino presso la corte dei Medici, famoso soprattutto per il Morgante, storia epica e parodistica di un gigante che convertito al cristianesimo si mette al seguito di Orlando.
Da “Morgante Maggiore” poema epico avventuroso ispirato dalle gesta cavalleresche di Carlo Magno XXIV, 112-113.
“Così vò discoprendo a poco a poco
Ch’io sono stato al Monte di Sibilla
Che mi parea alcun tempo un bel gioco
Ancor resta nel cor qualche scintilla
Di rivedere le incantate acque
Dove già l’ascolan Cecco mi piacque.
E Moco e Scarbo e Marmores allora
E l’osso biforcuto che si chiuse
Cercavo come fa chi s’innamora.
Quest’era il mio Parnaso e le mie Muse
E dicone mia colpa e so che ancora
Convien ch’al gran Minos io me ne scuse
e ricognosca il ver con altri erranti
Piromanti, idromanti e geomanti.
fra Bernardino Bonavoglia da Foligno ( 1400 ), predicatore itinerante,
Da un manoscritto di prediche
Si che vicino a Norcia c’è un certo monte nel quale c’è un lago che si dice di pilato poichè vi è opinione di molti che lì il suo corpo fosse stato trasportato dai demoni in un carro per mezzo di tori.
A questo luogo vengono uomini diabolici da luoghi vicini e lontani e costruiscono qui altari con tre cerchi e ponendosi con un’offerta nel terzo cerchio chiamano il demonio col nome che vogliono leggendo un libro da consacrare al diavolo.
Questo riferì santo padre Savino ad un nostro frate predicatore.
Da uno studio del 1420 sulle Leggende dei Monti Sibillini eseguito per conto della principessa di Borbone, meglio conosciuto come “Le paradise de la reine Sybille”
Gli abitanti dicono pure che quando Pilato si accorse di non aver più rimedio alla morte, supplicò per un dono. che gli venne concesso. Chiese cioè che, dopo la sua morte, si mettesse il suo corpo sopra un carro trainato da due paia di bufali e si lasciasse andare alla ventura, ad arbitrio dei bufali stessi.
Si dice che così si facesse. Ma l’imperatore, meravigliato di una tale richiesta, volendo sapere do andasse a finire quel carro, io fece seguire, e venne così a sapere che i bufali vennero alla riva del lago e vi si gettarono dentro col carro e col corpo di Pilato, correndo il più celermente possibile.
Perciò si chiamò il lago di Pilato.
Il nome deriva dalla leggenda: Quando Pilato si accorse che stava per morire chiese che dopo la sua morte il suo corpo fosse messo su un carro trainato da due paia di bufali e si lasciasse andare alla ventura. E cosi fu fatto, ma l’imperatore meravigliato di una tale richiesta fece seguire il carro per sapere dove andasse. Venne così a sapere che i bufali arrivati alla riva del lago, vi si gettarono dentro col carro e col corpo di pilato.
È un lago montano carsico-glaciale sito sul massiccio del Monte Vettore Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini a 1941 m s.l.m.
Il lago è alimentato soprattutto dallo scioglimento delle nevi che ricoprono per buona parte dell’anno la conca glaciale.
Il lago si presenta con una caratteristica forma ad occhiali, il bacino durante l’estate si divide evidenziando una striscia di terra al centro tra i due invasi denominata ponte del diavolo.
È qui che i negromantici officiavano il loro rituali.
“Il negromante, appena giunge al lago, forma tre cerchi concentrici e, postosi nel mezzo del terzo con qualche offerta destinata allo spirito maligno, chiama per nome il demonio desiderato, leggendo il libro magico che vuol consacrargli.
Segue un clamore che si fa voce e dice :- Perché mi chiami?
E il negromante risponde:- voglio consacrarti questo libro, e voglio che tu ti impegni ad eseguire tutto ciò che vi è contenuto, ogniqualvolta te lo richiederò! Vuoi sapere il prezzo? La mia anima!
Ecco allora che il diavolo afferra il libro tracciandovi sopra segni misteriosi e impegnandosi ad attuare ogni sorta di male quando esso vien letto dal negromante…”
Si presume che le acque del lago defluiscano per via sotterranea attraverso cavità intercomunicanti riaffiorando nella valle dell’Aso.
Il bacino lacustre ospita il Chirocefalo del Marchesoni un crostaceo primitivo con un corpo molle e trasparente di color rosso-arancio che misura 9-12 millimetri e nuota col ventre rivolto verso l’alto.
Le sue uova vengono deposte sul bagnasciuga del lago e rimangono in quiescenza fino a quando non tornano le condizioni favorevoli in sincronia con il ciclo annuale del bacino acquifero del lago di Pilato.
La pietra del lago
Fazio degli Uberti (Nipote di Farinata dantesco1305-1368)
da “Dittamondo” composto tra il 1318 ed il 136O
La fama qui non vò rimanga ignuda
Del Monte di Pilato ov’è un lago
Che se guarda la sera muda a muda
Perchè, qual s’intende in Simon Mago
Per sagrar il suo libro là su monta
Onde tempesta poi con grand’ imago
Secondo che per quei di là si conta.
Pietro Bersuire ( benedettino francese XIV sec.)
da “Reductorium morale” libro XIV, cap.XXX
“Ho udito, come verità provata, da un certo sommo prelato degno di fede, che c’è un esempio terribile intorno alla città di Norcia.
Diceva che nei monti prossimi a questa città, c’è un lago consacrato agli antichi demoni che vi abitano, nessuno eccetto i necromanti possono accedervi senza essere rapiti. Attorno al lago sono stati innalzati muri custoditi affinchè ai necromanti non sia permesso consacrare i loro libri ai demoni. Ogni anno la città deve sacrificarvi un uomo per non perire in terribili tempeste. Non avrei creduto a tutto ciò se non lo avessi udito da un così grande vescovo.”
Padre R.D. Fortunato Ciucci ( monaco celestino nursino del XVII sec.)
dal manoscritto “Vetustae Nursiae, Historia dell’Antica città di Norcia, della Sibilla e dei suoi laghi” del 1650
“Gli ebrei fatti schiavi da Tito nella distruzione di Gerusalemme del 70, condotti a Roma ad adornare il suo trionfale ingresso, si sparsero nelle provincie romane e non poche famiglie di essi si furon recate a stanziare a Norcia.
…A quel tempo si sparse la voce che la Sibilla Cumana si fosse trasferita sull’Appennino, mentre l’ebreo Simon Mago con arti occulte tentava di compier miracoli nei cerchi magici del Lago di Pilato anticamente chiamato “della dea Nortia”.
… Primo Gambinulense, vescovo e teologo, ritiene che la detta Sibilla di Norcia sia l’Emeria, chiamata anche Cimmeria.”
Dal libro Con la Sibilla in seno alla Grande Dea, Fermo, 1996
”Colgo, anche l’occasione per segnalare al Ministero per i Beni Culturali e alla “nostra” Sopraintendenza (nonché alla nostra Regione) la mia recente scoperta di un epigrafe “picena” più esattamente piceno-romana,(…) Il fatto della scoperta è andato così. Il signor Andrea Gentili, di Fermo, titolare di uno studio di progettazione grafica, appassionato escursionista e socio del CAI, non appena…incontrato il mio volume Sibilla= Disegno di Dio, ha creduto opportuno presentarmi – in data 5.12.’96 – una foto da lui scattata qualche anno fa (1988 o 1989) sul Lago di Pilato, più esattamente su quella porzione centrale del Lago che è comunemente chiamata “Ponte del Diavolo”.(…)